I fari: bagliori dalla baia

Scritto da Luciana Francesca Rebonato on . Postato in Fari

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Se si cerca il significato della parola “faro” i vocabolari riportano – parola più, parola meno - “Sorgente di luce intermittente, riferimento per la navigazione notturna”. E fin qui, nulla di nuovo. O di metafisico. Quello che – è proprio il caso di scriverlo - illumina, invece, è la parola “faro” in senso figurato, ed ecco che allora i dizionari recitano “Guida spirituale; punto di riferimento culturale”. E allora ci siamo, perché il fascino magnetico del faro è insito nella sua simbologia, nella sua metafora, nel suo essere al contempo rifugio ed evasione, meta raggiungibile e meta da cui salpare, salvezza ed evasione dalla quotidianità, luogo difficile da raggiungere e luogo difficile da abbandonare.

Da icona dell’immaginario collettivo a baluardo della marineria, il faro vanta una storia antichissima la cui nascita è ascrivibile al III secolo a.C: lo scenario è quello di Alessandria d’Egitto, dove venne costruito il primo faro del mondo a opera di un mercante greco, Sostrato di Cnido. Il faro, annoverato ancora oggi nelle Sette Meraviglie del Mondo, rimase in uso fino al XIV secolo: fu proprio in questo secolo che due devastanti terremoti, avvenuti rispettivamente nel 1303 e nel 1323, lo abbatterono. Ai Romani si deve il merito di aver edificato numerose torri adibite a fari lungo le coste dei loro domini, dal Mediterraneo fino al Canale della Manica: prima della caduta dell’Impero Romano, infatti, almeno trenta torri di segnalazione illuminavano il mare e di questi esempi sopravvive tuttora alla furia degli eventi il faro di La Coruña, l’antica Brigantium, in Galizia.

Nel Medioevo furono soprattutto le torri dei monasteri eremitici sulle coste atlantiche di Inghilterra e Francia a svolgere la funzione di fari, con fuochi alimentati da fascine di legna accesi sulla sommità. Un esempio è il faro di Hook Head, sulle coste orientali dell’Irlanda, fatto erigere nel 1172 da un nobile normanno sia come fortezza sia come torre di segnalazione, affidando ai monaci il compito di tenere accesa la luce. Scorrendo rapidamente i secoli si arriva al XIX, assurto a secolo d’oro per i fari in conseguenza del dominio navale inglese, epoca in cui si diede forma a una straordinaria ingegneria, in particolare lungo le coste di Inghilterra, Scozia e Irlanda, spesso anche su scogli leggermente affioranti dal mari. Alcuni esempi? Il faro di di Fastnet in Irlanda (altezza 54 metri, portata 27 miglia -, quello di Skerryvore in Scozia - altezza 48 metri, portata 26 miglia -, il faro di Bishop Rock, in Cornovaglia - altezza 44 metri, portata 24 miglia – e il faro di Longship sempre in Cornovaglia (altezza 35 metri, portata 18 miglia). Una curiosità: celebri costruttori di fari furono diversi membri della famiglia di Robert Stevenson, nonno del celebre scrittore Robert Louis Stevenson. Nello stesso periodo e in Francia furono edificati fari di impronta diversa dalla linearità inglese, con interni rifiniti E fu proprio la Francia a realizzare per prima un “sistema coordinato di fari”, al fine di consentire alle navi in navigazioni di poter sempre essere in vista di almeno un faro. Oggi ve ne sono migliaia lungo tutte le coste della Francia e nella penisola di Finistère, in Bretagna, se ne contano tuttora 120. Non solo. Il faro più alto d’Europa è francese: è il Faro dell’Île Vierge, nel Finistère, con un’altezza di 82,5 metri e una portata di 27 miglia.
Uno dei più eleganti e recenti fari francesi è quello di Kéréon, in Bretagna - altezza 41 metri, portata 19 miglia -, con interni riccamente decorati. Altri esempi di fari francesi sono, il faro di Ar-Men al largo dell’Île de Sein, soprannominato "L’Inferno degli Inferni", che è probabilmente il più famoso faro francese - altezza 33,50 metri, portata 23 miglia -, il phare des Baleines, sull’Isola di Ré nel Golfo di Biscaglia - altezza 57 metri, portata luminosa di 21 miglia - e quello di Créac’h, situato sull’Isola d’Ouessant, all’estremità Nord Occidentale della Bretagna, con un’altezza di 55 metri e una portata di 34 miglia.

E l’Italia, patria di “Poeti, santi e navigatori” come è messa? Il primo elenco completo dei fari italiani, è stato pubblicato a Genova dall’Ufficio Centrale Idrografico della Regia Marina nel 1876 e con circa 8.000 chilometri di coste in Italia si contano – esclusi i fanali e altri segnalamenti luminosi - quasi 200 fari. Il primo faro d’Italia? Quello di Capo dell’Arma, sulla punta del promontorio omonimo nel territorio del comune di Sanremo - in provincia di Imperia - in Liguria.


Luciana Francesca Rebonato
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